Tecniche di irrigazione: quali sono le diverse tipologie e quale scegliere per il nostro giardino?
In questo articolo esamineremo i vantaggi e gli svantaggi delle diverse tipologie, al fine di capire immediatamente quali possono risultare convenienti e adatti alla tua situazione.
Intanto diciamo che, per irrigazione, si intende la pratica che consiste nel distribuire artificialmente acqua al terreno.
Bagnare la terra può avere scopi molto diversi tra loro, per i quali sarà possibile preferire una tipologia anziché un’altra.
Il tipo di irrigazione più conosciuto è quella umettante. Si apporta cioè acqua al terreno allo scopo di inumidirlo. A seconda della zona, della situazione climatica e della latitudine, questo tipo di irrigazione può risultare
Un altro tipo di irrigazione è quello antiparassitario, usato per mettere in fuga alcuni tipi di parassiti infestanti come il grillotalpa, o causare l’asfissia della filossera.
Per i terreni che rappresentano un eccesso di salinità è possibile eseguire ad esempio un’irrigazione dilavante, favorendo il normale sviluppo delle colture.
Uno scopo importante per il quale è possibile apportare acqua è l’irrigazione termica, utile a mitigare la rigidità ambientale. L’acqua che scorre dal sottosuolo infatti risulta tiepida e affiorando sui terreni evita la formazione del gelo.
Esaminiamo adesso i diversi tecniche di irrigazione:
Ha il vantaggio di essere molto semplice da compiere in fase di esercizio e ha modeste spese di impianto. Contrariamente, esige di un notevole consumo d’acqua. Risulta particolarmente indicata per i prati e le coltivazioni erbose. Non è assolutamente attuabile per le sarchiate.
Questo tipo di irrigazione ha il vantaggio di disperdere meno acqua di evaporazione e un enorme risparmio di manodopera. Tra gli svantaggi possiamo citare il costo d’impianto elevato.
L’irrigazione a pioggia è un metodo di irrigazione largamente usato che offre numerosi vantaggi in termini economici e di utilizzo.
Ripetendo le stesse condizioni della pioggia, la temperatura dell’acqua acquista a contatto con l’aria la temperatura sufficiente anche se proviene da pozzi profondi.
Non ci sono perdite lungo il percorso, si adatta a tutte le colture e consuma in media il 40% di acqua in meno rispetto ad altri sistemi.
L’impianto per l’irrigazione a pioggia è sostanzialmente costituito da tre parti:
Non ci sono particolari limitazioni al terreno e può essere adatta ad irrigare tutte le colture.
Detto questo, è importante sottolineare anche alcuni svantaggi derivanti dall’utilizzo di questi impianti. Il principale è sicuramente il costo elevato dell’impiantistica ma è importante sottolineare anche il rischio di evaporazione nel momento dell’ aspersione. Fenomeno che si verifica soprattutto nei mesi più caldi dell’anno.
Con il passare degli anni e i profondi cambiamenti climatici del nostro pianeta, nasce l’esigenza di sfruttare tecniche di irrigazione che prevedano di massimizzare i risultati produttivi con il minor apporto di acqua possibile.
Vediamo quali sono i più importanti e utilizzati:
Questo metodo di irrigazione consiste nella distribuzione lenta, ma per prolungati periodi di tempo, di acqua al terreno mediante tubazioni nelle quali vengono inseriti i gocciolatori.
Questi apparecchi fanno sì che l’acqua fuoriuscita sia minima, risparmiando notevolmente sulla quantità utilizzata.
I gocciolatori sono lunghi circa 20-25 cm, provvisti di apparecchiature puntiformi (con fori di 0,1mm) che consentono all’acqua di uscire sotto forma di goccia
L’utilizzo di questo metodo è particolarmente indicato per i frutteti perché consente di localizzare la fuoriuscita dell’acqua in vicinanza delle piante, ma viene ormai utilizzato anche per le colture ortive in pieno campo, nei giardini e nelle serre.
La portata di un gocciolatore si aggira intorno ai 2-3 litri l’ora con pressione 1,5 /2 atmosfere.
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Una tra le tecniche di irrigazione più significative è quella a microgetto, usata principalmente per coltivazioni alboree, non presenta particolari differenze costruttive rispetto all’impianto a goccia. In corrispondenza di ogni pianta da frutto viene collegato un tubo erogatore, che sale in verticale per 60 cm a cui viene fissato un baffo. Il baffo è un tubo in polietilene arcuato alle cui estremità si trovano due microgetti, che permettono l’aspersione sottochioma per un ampiezza di 2-3 metri
La boma è costituita da un traliccio metallico portante all’estremità superiore una intelaiatura orizzontale rotante del raggio di 30 – 40 metri, alla quale viene fissato un irrigatore. Si utilizza la boma nelle grandi coltivazioni perché un braccio di 30 m può coprire appezzamenti di un ettaro di terreno Il costo iniziale elevato viene ammortizzato dal risparmio in manodopera successivo.
La fertirrigazione è un particolare sistema d’irrigazione a pioggia nel quale si unisce l’acqua e il liquame proveniente dal letame.
Si toglie il letame fresco dalla stalla e si mette nelle apposite vasche. Una tubazione porta l’acqua dal pozzo alla vasca e le due sostanza vengono miscelate nelle proporzioni volute.
L’acqua miscelata prosegue poi per le normali condutture dell’impianto di irrigazione.
Particolarmente indicato per le colture pratensi che forniscono foraggi più abbondanti e nutrienti.
In questo articolo abbiamo fatto luce sui diversi metodi di irrigazione, illustrandone i vantaggi e gli svantaggi. Alcuni di questi metodi sono applicabili a contesti piccoli, altri utilizzabili da aziende e professionisti. Agritalia, in linea con la sempre crescente emergenza idrica mondiale, sostiene in maniera forte irrigazioni a basso consumo di acqua.
Ti consigliamo di approfondire ogni argomento prima di intraprendere la costruzione di un impianto o scegliere quello che faccia al caso tuo.
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Non ci resta che augurarti, buona irrigazione!
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